Koi nasce dal desiderio di creare una relazione tra diversi elementi della stessa famiglia aggregati in modo spontaneo in acqua. Il progetto presenta delle forti analogie con il mondo orientale, precisamente all’immaginario nipponico delle ninfee lacustri e al loro singolare comportamento in acqua. Il modo di aggregarsi, casuale all’apparenza, sottostà a una certa matrice sistemica, amplificando le leggi naturali per rendendole palesi, ovvie. Gli elementi di base nascono da semplici volumi geometrici regolari.

Ogni faccia della figura di base è stata suddivisa mediante una griglia modulare di riferimento, definendo così tre tipologie di segni e di esportazione. Le facce sezionate sono arancioni, a indicare metaforicamente la ferita del cubo. I movimenti e le aggregazioni che formano i moduli, una volta lanciati in acqua, sono generati grazie ad un magnete inserito al loro interno.

Le aggregazioni risultanti hanno un comportamento che si può definire sistemico; per dimostrare ciò sono state effettuate delle prove di lancio in acqua, e il risultato che i vari tipi di aggregazioni (lineari, circolari, miste) hanno di palesarsi è la stessa. Questo conferma la presenza di leggi indefinite che regolano il sistema Koi, un sistema ordinato nella sua casualità, un ordine disordinato.